Torniamo a parlare ancora una volta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riportandovi un articolo pubblicato in questi giorni su Il Fatto Quotidiano e firmato da Renzo Rosso, Docente di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia a Milano.
Per il prof. Renzo Rosso la classe dirigente è sostanzialmente disinteressata alla questione idrogeologica italiana, nascondendosi dietro una mancanza di risorse economiche, che -se prodigiosamente si rendessero disponibili- verrebbero in ogni caso indirizzate alla costruzione di grandi opere.
Però sappiamo che le opere da sole non basterebbero.
“I soldi non sono inutili, anzi servono. Così come le infrastrutture idrauliche. Ma i soldi non vanno sprecati. E, da soli, non bastano. Il rischio alluvionale dipende da tre fattori: la pericolosità, più o meno naturale, l’esposizione dei beni e dei patrimoni al rischio, e la vulnerabilità del territorio. L’esperienza insegna che bisogna agire contemporaneamente su questi tre fattori, tutti altrettanto importanti.”
Serve perciò una visione che integri anche altri aspetti:
“Una nuova visione della questione idrogeologica richiede due azioni innovative: una effettiva riduzione del consumo di suolo e un serio programma di delocalizzazione.”
Condividiamo questa visione e ci auguriamo che nel PNRR venga tenuto conto di tutto questo, in modo da non trasferire alle generazioni che verranno anche un debito ambientale oltre che finanziario.
Vi invitiamo a leggere e condividere sia l’articolo del prof. Rosso, sia la nostra lettera aperta al Governo su PNRR e rischio alluvioni.