Mar 22, 2024 | In evidenza

L’Italia a braccetto con l’Ungheria contro il ripristino della natura

Il “regalo” del Ministro Pichetto Fratin agli italiani per la giornata mondiale dell’acqua? Lo stop alla più importante norma europea degli ultimi 20 anni sulla gestione delle acque e della natura.

Proprio nel giorno dedicato all’acqua arriva la notizia che il voto conclusivo sul regolamento per il ripristino della natura (Nature Restoration Law) non avverrà come previsto nel Consiglio Europeo Ambiente di lunedì 25 marzo, ma sarà rimandato a data da destinarsi.

Eppure un accordo sul testo della legge era già stato raggiunto a novembre e approvato dagli Stati Membri. Il voto del Consiglio doveva essere una formalità, il sigillo finale di un lungo e accidentato percorso che ha portato ad ampie revisioni della proposta iniziale, per eliminare tutte le parti ritenute conflittuali in particolare per il mondo agricolo. Ma nonostante l’ampio sostegno dei cittadini, del Parlamento Europeo, degli scienziati, delle imprese e di 19 Stati membri, la NRL, caposaldo del Green Deal, è stata bloccata con una mossa politica dell’ultimo minuto, dettata da pure speculazioni elettorali.

L’approvazione di un mese fa in Parlamento è stata il risultato di un delicatissimo e instabile equilibrio di giochi di potere, ribaltato dalla recente decisione dell’Ungheria, che si è dichiarata prima a favore, ora contraria. Ciò ha comportato il mancato raggiungimento da parte degli Stati membri dell’UE della maggioranza qualificata necessaria per adottare la NRL nell’odierna riunione degli ambasciatori dell’UE (Coreper). La legge, l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’UE dagli anni ’90, si trova ora ad affrontare un futuro incerto, contraddicendo l’impegno dichiarato dell’UE per la conservazione della biodiversità e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Un testo pensato per mitigare siccità e alluvioni, restituendo spazio ai corsi d’acqua, ripristinando i naturali processi di ricarica delle falde e gli ecosistemi degradati, tutelando la salute dei suoli.

“Apprendiamo con grande delusione l’ennesima mossa miope del Governo italiano, che dopo essersi dimostrato uno dei più arretrati d’Europa nella gestione dei corsi d’acqua, ora solo per fini elettorali fa da spalla all’Ungheria di Orban, affossando una norma fondamentale per il futuro di tutti i cittadini italiani e perdendo l’ennesima occasione di metterci al passo con i Paesi più lungimiranti nell’adattamento al cambiamento climatico”, commenta Andrea Goltara, direttore del CIRF. 

La coalizione di ONG #RestoreNature, di cui fa parte anche il CIRF, condanna tutti gli Stati membri che non sostengono la legge, dimostrando una profonda incapacità di comprendere la drammatica situazione in cui ci troviamo e ciò che significa per i diritti dei cittadini. 

La salute delle acque e dell’ambiente in cui viviamo, di tutti gli ecosistemi e della biodiversità, noi inclusi, per il Governo italiano evidentemente non è una priorità.

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Foto @Donald Tong da Pexels