La Corte di Giustizia Europea ha pubblicato oggi una sentenza che potrà avere effetti estremamente importanti per la tutela dei corsi d’acqua italiani ed europei.
La sentenza chiarisce che gli Stati Membri hanno l’obbligo di negare l’autorizzazione a specifici progetti (ad esempio, risagomature a fini idraulici o per la navigazione o nuovi impianti idroelettrici) se si prevede che questo determini un deterioramento allo stato dei corpi idrici interessati (in assenza di specifiche e motivate deroghe nell’ambito dei piani di gestione di distretto idrografico, approvati dalla CE).
Ma ancora più rilevanti sono i chiarimenti interpretativi sul concetto di “deterioramento”: si è in presenza di un deterioramento quando lo stato di almeno uno degli elementi di qualità si degradi di una classe, anche se tale deterioramento non si traduce in un deterioramento nella classificazione, nel complesso, del corpo idrico superficiale.
Inoltre, se l’elemento di qualità si trova già nella classe più bassa, qualunque deterioramento di detto elemento costituisce un “deterioramento dello stato” di un corpo idrico superficiale.
Un chiarimento molto rilevante, in quanto l’applicazione del principio “one-out-all-out” previsto dalla Water Framework Directive (Direttiva Europea 2000/60/CE) nella classificazione rischierebbe altrimenti di aprire la strada a ulteriori impatti sui corsi d’acqua.
Il CIRF si augura che questa sentenza sia immediatamente presa in considerazione, nelle procedure autorizzative in ambito fluviale.