Con una comunicazione formale inviata il 5 agosto 2025, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MaSe) ha richiesto alla Regione Piemonte l’abrogazione di tre articoli della Legge Regionale n. 9/2025 – nota come “Legge di Riordino 2025” – per palese incompatibilità con la normativa ambientale nazionale ed europea.
In particolare, il Ministero ha chiesto lo stralcio degli articoli 34, 35 e 40, rilevando forti criticità:
- L’articolo 34 introduceva un criterio di deflusso ecologico “dinamico”, non più basato sulle medie storiche o sui metodi scientifici previsti dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, ma su una percentuale fissa (massimo il 30%) della portata effettiva del momento.
- L’articolo 35 rivedeva la disciplina sull’immissione di ittiofauna.
- L’articolo 40 modificava le regole relative ai prelievi irrigui da acque sotterranee.
La decisione ministeriale arriva in seguito a una puntuale segnalazione tecnica inviata da Pro Natura Piemonte, che aveva evidenziato come il nuovo criterio fosse privo di fondamento scientifico e rischiasse di compromettere gli obiettivi ambientali di buona qualità delle acque, oltre a indebolire il quadro delle deroghe previste per la gestione delle crisi idriche.
Secondo i dati ARPA Piemonte, oltre il 45% dei corpi idrici regionali non raggiunge lo stato ecologico “buono”. L’introduzione di regole meno stringenti sul deflusso ecologico avrebbe aggravato una situazione già critica, con potenziali impatti irreversibili sugli ecosistemi fluviali.
Il Ministero ha quindi formalmente invitato la Regione a modificare la legge, richiamando l’obbligo di conformarsi alla Direttiva europea, ai Piani di Gestione di Distretto e alle Linee guida adottate a livello nazionale e distrettuale (es. DDE AdBPo, Metodo MesoHABSIM).
Si tratta di un ulteriore maldestro tentativo di minare il quadro normativo in materia di tutela delle acque e degli ecosistemi fluviali. Quanto disposto dalla recentissima norma è in palese contrasto con le disposizioni normative comunitarie, nazionali e di distretto relative al deflusso ecologico.
Il MaSe si è espresso e il suo parere non lascia dubbi: la Regione ha legiferato su una materia di esclusiva competenza statale introducendo “dei limiti e conseguentemente degli obiettivi di qualità meno elevati rispetto a quelli definiti dalla legislazione nazionale e dai provvedimenti settoriali di area vasta”.
Stop alla proroga.
Il CIRF continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione della vicenda, sostenendo il rispetto della Direttiva Quadro Acque e degli obblighi di rilascio del deflusso ecologico, elemento fondamentale per la salute dei nostri corsi d’acqua, su cui constatiamo l’ennesimo attacco politico ingiustificato, accompagnato dall’inerzia di molte altre Regioni.
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