Ott 15, 2021 | News

La relazione 2016-2019 sull’attuazione della Direttiva Nitrati: raccomandazioni per l’Italia e prospettive per il futuro

La Commissione Europea ha pubblicato l’11 ottobre una relazione sull’attuazione della Direttiva Nitrati per il periodo 2016-2019. La relazione riconosce che l’inquinamento da nitrati provenienti dall’agricoltura rimane un problema serio: l’obiettivo comune di ridurre almeno della metà le perdite di nutrienti nell’ambiente entro il 2030 preservando nel contempo la fertilità del suolo -come previsto sia dalla strategia sulla biodiversità che dalla strategia “dal produttore al consumatore”- richiede un’azione rapida che dovrebbe iniziare con la piena applicazione della legislazione esistente.

Il rapporto fornisce per la prima volta alcune raccomandazioni generali per una migliore attuazione, così come conclusioni individualizzate per ogni Stato membro all’interno del Commission staff working document. Nel caso dell’Italia si riconosce che la nostra nazione ha una pressione zootecnica media, un surplus di azoto nella media UE ma non sono disponibili dati sul surplus di fosforo per il periodo 2016-2019.

La rete italiana di stazioni di monitoraggio è molto ben elaborata e rileva che la qualità delle acque sotterranee è generalmente buona. Tuttavia ci sono hotspot con una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg/l, in alcuni casi con tendenza all’aumento e un alto numero di acque risultano essere eutrofiche. In particolare un certo numero di siti con concentrazioni di nitrati superiori a 50 mg/l e un elevato numero di acque superficiali eutrofiche si trovano al di fuori della Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN). Le ZVN sono infatti alle volte molto limitate e non coprono l’intero bacino idrografico, dando luogo a una designazione altamente frammentata e riducendo l’efficienza dei programmi d’azione.    

La Commissione raccomanda quindi all’Italia di rivedere la designazione delle ZVN e di includere le stazioni di acque sotterranee inquinate o a rischio e le aree soggette a eutrofizzazione delle acque superficiali quando la pressione agricola è significativa.

A livello più generale nel 2022, sulla base del piano d’azione per l’inquinamento zero, la Commissione elaborerà un piano d’azione integrato di gestione dei nutrienti che contribuirà al coordinamento degli sforzi e mirerà a contrastare l’inquinamento da nutrienti alla fonte, individuare le riduzioni del carico di nutrienti necessarie per raggiungere gli obiettivi in materia di nutrienti del Green Deal europeo, promuovere mercati dei nutrienti di recupero sicuri e sostenibili e aumentare la sostenibilità del settore zootecnico.

Per quanto riguarda lo sviluppo di tecnologie per il trattamento degli effluenti sono stati compiuti progressi sostanziali. L’azoto di recupero che sostituisce i fertilizzanti inorganici riduce le emissioni di CO₂, mentre i fosfati di recupero limitano la dipendenza da fosforite importata e le frazioni organiche rimanenti possono essere impiegate nei campi a livello locale. Tuttavia l’utilizzo delle tecnologie più avanzate non è ancora ampiamente diffuso e gli ostacoli rilevati sono numerosi, a causa dei costi elevati di tali processi, delle spese di trasporto e della frequente necessità di pagare gli agricoltori affinché applichino i prodotti in questione ai propri campi. Inoltre il livello massimo di azoto proveniente da effluenti che può essere applicato a norma della direttiva sui nitrati comprende anche gli effluenti sotto forma di prodotti trasformati.

Nel luglio 2022 il nuovo regolamento sui prodotti fertilizzanti amplierà l’ambito di applicazione del regolamento sui concimi attualmente in vigore (che è limitato ai concimi inorganici) e lo estenderà ai concimi organo-minerali e organici, preparando il terreno per la commercializzazione di questi fertilizzanti organici trasformati nel mercato interno dell’UE.

Per un inquadramento generale sulla direttiva Nitrati si veda anche il relativo comunicato stampa.

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