Risposte della Regione Toscana in merito alla Riqualificazione dei corsi d’acqua

Le risposte della Regione Toscana alle tre domande sulla Riqualificazione Fluviale poste dal CIRF.

Le risposte delle altre regioni


Qual è la strategia della Regione Toscana in questo ambito? Quali sono le più significative azioni di riqualificazione fluviale che prevedete di realizzare nei prossimi anni e di includere nel prossimo Piano di Gestione?

Nell’ambito delle azioni necessarie al ripristino o al mantenimento del buono stato ecologico dei corpi idrici oggetto dei Piani di Gestioni delle Acque delle Autorità di Distretto e a valle di questi del Piano di Tutela delle Acque della Toscana, le azioni di riqualificazione fluviale hanno un ruolo chiave che sarà sviluppato dalla regione con alcune linee di intervento strategiche, che la Toscana intende attivare attraverso specifici interventi o disposizioni regolatorie, tra le quali:

a) incremento della depurazione naturale delle acque attraverso la costituzione di ecosistemi filtro;

b) miglioramento della continuità fluviale longitudinale e delle altre condizioni morfologiche dei corpi idrici;

c) miglioramento del regime idrologico con l’attuazione del deflusso ecologico.
Le azioni in questo campo sono già attivate attraverso l’entrata in vigore nel febbraio 20 18 delle delibere di Conferenza Istituzionale Permanente (CIP) n. 3 e n. 4 del 14 dicembre 2017 delle autorità di bacino Distrettuale, a seguito delle quali la Giunta regionale ha approvato con DGRT 58/2019 gli “Indirizzi di prima applicazione per la valut azione ex ante (VEXA) delle derivazioni idriche e l’individuazione del deflusso ecologico in relazione agli obiettivi di qualità ambientale definiti dai Piani di Gestione delle Acque delle Autorità di Distretto Idrografico ricadenti nel territorio della Regione Toscana”. Questo provvedimento, che si applica alla maggioranza delle richieste di rilascio e rinnovo di concessioni per l’uso di acqua sia superficiale che sotterranea, subordinandone l’accoglimento allo svolgimento di una verifica di ammissibilità metodologicamente codificata (matrice di rischio), che dovrà mettere in relazione l’impatto conseguente il prelievo, con lo stato di qualità del corpo idrico e con i suoi obiettivi. Nel caso di prelievi da acque superficiali, l’impatto viene valutato sotto il profilo quantitativo (disponibilità di acqua) ma anche e soprattutto qualitativo con particolare riferimento allo stato ecologico e agli indici idromorfologici; in alcuni casi, inoltre, il risultato ottenibile dalla matrice di rischio non è risolutivo , ma rende necessaria una seconda fase di approfondimento, per la valutazione dell’impatto indotto dal prelievo. Queste valutazioni si basano sugli elaborati del quadro conoscitivo regionale di dettaglio definito per l’occasione costituito da una serie di strati informativi, GIS tra i quali si segnala il censimento comprende l’insieme di opere classificate in 2° 3° 4° categoria idraulica ai sensi del RD 523/1904, opere di bonifica ed anche l’insieme delle opere attualmente non classificate. La disposizione di riferimento è la delibera di GRT n. 108 del 2015.

e) promozione ed incentivazione dei progetti di manutenzione e riqualificazione fluviale inserite nei piani di attività dei Consorzi di bonifica, in sinergia e coordinamento con ANBI Toscana, anche in attuazione della delibera di GRT n. 1315/2019 recante “Direttive regionali per la manutenzione dei corsi d’acqua e per la protezione e conservazione dell’ecosistema toscano art. 24bis l.r. 80/2015 art.22, comma 2, lettera b) l.r.79/2012. Sostituzione della d.g.r.293/2015”

d)attuazione sistematica e privilegiata di misure WIN WIN

Le misure WIN WIN comprendono gli interventi integrati in grado di garantire contestualmente la riduzione del rischio idrogeologico ed il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità e ad esse sono destinate prioritariamente le risorse per il finanziamento degli interventi in materia di rischio idrogeologico.

In questo contesto il Piano di Tutela delle acque della Toscana, una volta approvato, prevederà che:

    • tutti gli interventi di creazione di aree o casse di espansione delle acque siano realizzati con una percentuale adeguata della superficie dedicata ad ecosistema filtro oppure ad area di ricarica della falda

    • tutti gli interventi di ripristino della funzionalità fluviale e di contrasto dei fenomeni di erosione delle sponde fluviali o dei fenomeni franosi eseguiti con tecniche dell’ingegneria naturalistica

    • siano incentivati ulteriori interventi per la gestione del reticolo di drenaggio che ne potenzino la capacità di invaso aumentando i tempi di ritenzione delle acque in occasion e degli eventi meteorici, assicurando la sua distribuzione areale e la sua continuità, e ne diminuiscano l’artificializzazione garantendone l’efficienza.

Uno strumento di attuazione di un insieme misure WIN WIN all’interno di un bacino o sottobacino idrografico è certamente il Contratto di Fiume. La Regione Toscana ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, condividendone principi e obiettivi, con delibera di Giunta n.1026/2014 e successivi atti, conclusasi con il DD N.16154 del 26/09/2019 è stata approvata la graduatoria definitiva e l’impegno di un contributo complessivo di circa 275.000 euro attraverso un bando per i Comuni per la promozione dei Contratti di Fiume in Toscana nel triennio 2019/2021.
I progetti finanziati sono 11.

f) il Piano di Tutela delle Acque della Toscana prevederà all’individuazione di “ Zone a elevata protezione”
Saranno designate come zone a elevata protezione per la tutela degli ecosistemi acquatici e delle connesse risorse idriche:

    • le aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE “Habitat” e della direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, le aree protette istituite ai sensi della L.394/91 e della LR 30/15 e le zone umide riconosciute come aree Ramsar;

    • i tratti fluviali dei corpi idrici superficiali del PTA siti a monte delle stazioni di monitoraggio della acque per la lunghezza di 7 Km, verso monte, e di un 2 Km verso valle, a partire dal punto di monitoraggio, applicati anche lungo le aste fluviali del reticolo confluente. Per le zone ad elevata protezione il PTA assumerà come propri gli obiettivi e le misure a tutela degli ecosistemi acquatici previsti negli strumenti di gestione delle aree protette e de i siti Natura 2000 (misure di conservazione e/o piani di gestione).

Nelle zone ad elevata protezione, sono vietate le trasformazioni della struttura morfologica della fascia fluviale e ripariale per garantire una corretta successione ecologica delle facie slotiche e lentiche e per non alterare gli scambi idrici tra fiume falda. Le trasformazioni che si rendano necessarie per esigenze di mitigazione del rischio idraulico, sono individuate e definite in relazione ai livelli di pericolosità e rischio individuati nei PGRA.

La Regione Toscana ha già realizzato un elenco di opere potenzialmente da rimuovere? Quali sono gli interventi più significativi attualmente previsti?

Gli interventi con finalità integrata sono previsti nel Progetto del Piano di Gestione Rischio Alluvioni, adottato dalle Autorità di Bacino distrettuali in stretta collaborazione con le regioni ricadenti nel distretto di riferimento.
Il progetto di Progetto del Piano di Gestione Rischio Alluvioni, individua con la dicitura “win win” gli interventi che hanno la finalità di perseguire la mitigazione del rischio alluvioni ma che al tempo stesso sono da realizzarsi con metodologie progettuali tali da perseguire un miglioramento dello stato ecologico del corso d’acqua.
Sono molteplici gli interventi individuati nel progetto di piano come potenzialmente realizzabili con principi di mitigazione integrata (tra questi vi sono interventi sul torrente Greve, Ema, Pesa, Serchio, Ombrone Pistoiese, Padule di Fucecchio e Bientina, Fiume Serchio).
L’individuazione compita degli interventi verrà definita in maniera compiuta dopo il periodo di osservazione, entro l’anno 2021.
Di particolare rilievo anche il Programma di gestione dei sedimenti che consentirà, insieme alle altre attività di collaborazione tra l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale e la Regione Toscana, come ad esempio l’aggiornamento della pericolosità da alluvione costiera in relazione al cambiamento climatico, di valorizzare la corretta gestione dei sedimenti, al fine di coniugare la prevenzione del rischio di alluvioni con la tutela degli ecosistemi fluviali e di favorire una gestione integrata della fascia costiera finalizzata ad incrementare la resilienza del sistema costiero.

Quali sono i principali interventi integrati proposti dalla Regione Toscana nell’ambito del PNRR?

La proposta di PNRR è attualmente in corso di predisposizione, ed è elaborata sulla base degli indirizzi forniti dal Ministero per la transizione ecologica, il quale ha individuato una rosa di possibili interventi selezionati a partire da quelli già oggetto di recente finanziamento statale. Per rientrare nel PNRR agli interventi sono richieste condizioni di cantierabilità specifiche, molto stringenti e di pronta realizzazione.

Il PNRR sarà una delle molteplici linee di finanziamento che dovranno concorre alla transizione verso sistemi maggiormente sostenibili.
Gli interventi saranno realizzati con le più opportune modalità finalizzate a perseguire la sostenibilità ambientale, queste saranno oggetto di valutazione durante le fasi della VIA e delle conferenze di servizi per il rilascio dei pareri da parte degli enti preposti.
L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale ha presentato al MITE, il progetto di innovazione e sviluppo in merito alla realizzazione di ” green infrastructures ” per la gestione integrata della mitigazione del rischio da frane e da alluvioni, la tutela del capitale ambientale, il recupero degli ecosistemi e della biodiversità dei corpi idrici e la riqualificazione e resilienza degli ambiti urbani ai fini del raggiungimento degli obiettivi delle direttive europee, anche nell’ottica di aumentare la resilienza e l’adattamento del territorio distrettuale al cambiamento climatico.
La Regione Toscana, insieme a ANBI Toscana, sta collaborando con l’Autorità per l’individuazione, nell’ambito del progetto, delle azioni e degli interventi da mettere in atto sul territorio toscano.