Risposte della Regione Lombardia in merito alla riqualificazione dei corsi d’acqua

Le risposte della Lombardia alle tre domande sulla Riqualificazione Fluviale poste dal CIRF.

Le risposte delle altre regioni


Qual è la strategia della Regione Lombardia in questo ambito? Quali sono le più significative azioni di riqualificazione fluviale che prevedete di realizzare nei prossimi anni e di includere nel prossimo Piano di Gestione?

Con riferimento alla domanda “Qual è la strategia della Regione Lombardia in questo ambito? Quali sono le più significative azioni di riqualificazione fluviale che prevedete di realizzare nei prossimi anni e di includere nel prossimo Piano di Gestione?”, si fa presente che Regione Lombardia, prima in Italia, ha promosso già dai primi anni 2000 il ricorso agli strumenti di programmazione negoziata “Contratti di Fiume”, che perseguono gli obiettivi di tutela e corretta gestione delle risorse idriche, di valorizzazione dei territori fluviali e delle loro funzioni ecosistemiche, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico e la diffusione di una “cultura dell’acqua” presso le popolazioni rivierasche.

Al primo Contratto di Fiume, quello interessante il bacino Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale, sottoscritto nel 2004, sono seguiti quelli del Seveso (sottoscritto nel 2006) e del Lambro Settentrionale (sottoscritto nel 2012). A questi tre Contratti promossi da Regione, stanno seguendo diverse iniziative locali cui Regione partecipa attivamente, fornendo il proprio supporto e le proprie competenze sin dalle prime fasi di avvio dei processi; si segnalano in particolare tre Contratti di Fiume già sottoscritti, che vedono anche l’adesione regionale: quello del Mincio, del Bardello e dell’Adda Sopralacuale, ed altri processi in corso tra cui quello relativo alla Media Valle del Po, all’Olona Meridionale ed al Toscolano.

Per la condivisione di uno scenario strategico di riferimento necessario ad orientare meglio le azioni dei Contratti di Fiume, Regione fa ricorso anche ad uno strumento previsto dall’art. 55 bis della l.r. 12/05: il Progetto Strategico di Sottobacino, costruito in accordo con i soggetti istituzionali e sociali coinvolti dai Contratti di Fiume.

Di fatto questi Progetti sono strumenti di rinforzo e di supporto alle attività dei Contratti di Fiume, con i quali condividono i seguenti obiettivi:

    • miglioramento della qualità delle acque e degli ecosistemi fluviali, ricostruzione dei corridoi ecologici, tutela della biodiversità, riqualificazione dei corsi d’acqua del reticolo principale e del reticolo idrico minore;

    • perseguire un modello insediativo sostenibile, come definito dagli strumenti di pianificazione territoriale di cui alla legge regionale 12/2005 e dagli strumenti di pianificazione di bacino vigenti;

    • promozione delle misure specifiche e degli interventi necessari al riequilibrio idraulico ed idrogeologico del territorio, in conformità con i contenuti del piano di bacino distrettuale e dei piani di assetto idrogeologico, di cui al d.lgs. 152/2006;

    • promozione di un sistema permanente di manutenzione territoriale diffusa integrato con le politiche regionali di sviluppo rurale e di forestazione;

    • contenimento e riduzione del degrado paesaggistico – ambientale e valorizzazione delle acque e dei suoli.

I Progetti Strategici di sottobacino delineano un set di indirizzi utili per la pianificazione comunale e per l’orientamento delle politiche territoriali e di pianificazione o guidare nuove progettazioni in diversi settori (es: pianificazione urbana, territoriale e settoriale a scala locale e sovra-locale, interventi infrastrutturali, interventi nei comparti edilizi-ricettivi, produttivi, commerciali, verde urbano) e pratiche d’uso del territorio (es: pratiche agricole, forestali, di fruizione degli spazi fluviali e peri-fluviali).

Tali indirizzi fanno capo a tre «indirizzi generali»:

    • restituzione dello spazio al fiume;

    • gestione sostenibile delle acque meteoriche;

    • continuità ecologico-ambientale, rinaturalizzazione e qualità.

Ad oggi i Progetti Strategici approvati e vigenti sono quelli del Sottobacino del Torrente Lura (d.g.r. 3902 del 24 luglio 2015), del Torrente Seveso (d.g.r. 7563 del 18 dicembre 2017) e del Lambro Settentrionale (d.g.r. 2724 del 23 dicembre 2019), mentre è stato avviato il percorso che porterà alla approvazione del Progetto Strategico di Sottobacino del sistema Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale.

Sia i Contratti di Fiume che i Progetti Strategici di Sottobacino mirano a raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE), supportando e promuovendo politiche e iniziative volte a consolidare comunità fluviali resilienti, riparando e mitigando, almeno in parte, le pressioni dovute a decenni di urbanizzazione sregolata.

All’interno di questi processi sono particolarmente stimolate politiche e misure, sia strutturali che non strutturali, di riqualificazione fluviale e, più in generale, di riqualificazione dei bacini afferenti ai corsi d’acqua: sono promossi e in alcuni casi finanziati direttamente da Regione interventi “win-win” e “nature based solutions” per la riqualificazione fluviale e la difesa da rischio idraulico, ma, cosa a nostro avviso più significativa, viene stimolato un cambiamento di approccio nelle politiche pianificatorie comunali, nell’ottica di “restituire il territorio al fiume e il fiume al territorio”.

Misure win-win sono previste anche negli strumenti di pianificazione di scala vasta, sia a livello di distretto padano (PdGPo e PGRA) che nel Programma di Tutela ed Uso delle Acque. Questi strumenti sono in corso di aggiornamento, in ottemperanza alle direttive europee e alla norma nazionale di riferimento, e con l’occasione Regione Lombardia si sta facendo parte attiva per favorire sempre più il superamento dell’approccio tradizionale al rischio idraulico, favorendo l’integrazione tra strategie e misure tradizionali con “nature based solutions”, laddove possibile.

Nell’ambito del progetto LIFE IP Gestire 2020 di cui Regione Lombardia è capofila, inoltre, sono state individuate delle figure chiamate “tecnici facilitatori”, alcuni dei quali hanno operato con lo specifico scopo di promuovere interventi di riqualificazione fluviale ai fini di migliorare la connettività ecologica del reticolo idrico di pianura. Nell’ambito del LIFE IP, i tecnici facilitatori si sono attivati per supportare gli Enti territoriali nella progettazione di interventi di riqualificazione fluviale e nella presentazione a bando degli stessi. Con questa modalità sono stati finanziati interventi, in particolare, nell’ambito dei bandi promossi da Fondazione CARIPLO (come ad esempio i progetti “Arete’ – Acqua in Rete”, “Arco Blu”, “Natura Vagante” e “ReLambro”) e del PSR (soprattutto con le operazioni 4.4.01 e 4.4.02), nonché in bandi regionali collegati alla tutela della biodiversità e nel programma LIFE+. Il progetto LIFE IP Gestire 2020, inoltre, finanzia all’interno di siti Natura 2000, con risorse proprie, interventi di riqualificazione fluviale volti alla conservazione del gambero di fiume, degli anfibi e dell’avifauna di greto, nonché al contenimento delle specie aliene invasive.

La Regione Lombardia ha già realizzato un elenco di opere potenzialmente da rimuovere? Quali sono gli interventi più significativi attualmente previsti?

Con riferimento alla domanda “La Regione Lombardia ha già realizzato un elenco di opere potenzialmente da rimuovere? Quali sono gli interventi più significativi attualmente previsti?”, si segnala che Regione Lombardia dispone di un censimento pubblico delle opere di difesa del suolo (ODS), che contiene circa 60.000 oggetti, di cui 5756 opere poligonali, 40.693 opere lineari e 13.982 opere puntuali. Tuttavia tali opere non sono al momento qualificate rispetto alla loro funzionalità: tale valutazione è demandata agli studi idraulici d’asta dei diversi corsi d’acqua, nei quali vengono individuate le necessarie opere da realizzare ai fini della messa in sicurezza degli elemento esposti a rischio e dove possono essere individuati anche eventuali interventi non necessari a tali finalità, che pertanto possono essere rimossi.

Quali sono i principali interventi integrati proposti dalla Regione Lombardia nell’ambito del PNRR?

Con riferimento alla domanda “Quali sono i principali interventi integrati proposti dalla Regione Lombardia nell’ambito del PNRR?”, si comunica che nella segnalazione al Ministero della Transizione Ecologica trasmessa nel settembre 2020, sono stati segnalati come “integrati” n. 34 interventi. I principali sono:

    • Area di esondazione controllata del T. Seveso nella parte alta del bacino, in comune di Montano Lucino (CO)

    • Area di spaglio del torrente Gandovere in Comune di Gussago (BS)

    • Area di laminazione aree golenali della Cascinazza (MB)

    • Creazione di un’area perifluviale multiscopo alla confluenza Bozzente – Olona in Comune di Rho (MI)

Si segnala, inoltre, che la Direzione Generale Ambiente di Regione Lombardia ha pubblicato, nell’ambito della L.R. 9/2020 (“interventi per la ripresa economica”), un bando volto a finanziare interventi di tutela e risanamento delle acque lacustri, spiccatamente orientato alla tutela della biodiversità e alla riqualificazione degli habitat ripari. I laghi lombardi sono, per la loro importanza ecosistemica e per la loro collocazione all’interno del reticolo idrico regionale, un elemento essenziale nella pianificazione integrata in ambito anche fluviale.