Apr 1, 2020 | News

Meno alterazione delle piane alluvionali, più servizi per tutti

Secondo il report pubblicato dall’European Environment Agency (EEA) dello scorso 3 marzo, la salute delle piane alluvionali è fondamentale per la tutela dell’ambiente.

Infatti, se si preservasse e ripristinasse la biodiversità e si riducesse l’inquinamento chimico e agricolo diffuso in fiumi, laghi e zone umide, le aree alluvionali (che rappresentano il 7% dell’area totale UE e fino al 30% dei siti Natura2000 protetti) recupererebbero più agevolmente il loro insostituibile ruolo in occasione delle alluvioni periodiche. L’esponenziale aumento della pressione antropica degli ultimi due secoli le ha purtroppo messe a dura prova (con un degrado che le coinvolge ormai per il 90% delle loro superfici) a causa dei molteplici interventi che, nonostante l’intento dichiarato di “proteggere” gli abitanti dalle inondazioni, nei fatti determinano il più delle volte il risultato opposto (è il caso, ad esempio, delle azioni di rettifica dei fiumi, di frammentazione delle aree umide, ecc…). A questo primo fattore stressogeno si aggiungono i cambiamenti climatici, a cui le pianure alluvionali non sono più in condizione di far fronte per la sopraggiunta incapacità di offrire servizi ecosistemici. L’incontenibile sviluppo urbano e di agricoltura intensiva degli ultimi due secoli ha a sua volta contribuito a deteriorare lo stato delle risorse idriche e della biodiversità, aumentando il grave pericolo di eccessive inondazioni o siccità a cui sono già esposti gli habitat (sempre meno “naturali”) in conseguenza delle sistematica frammentazione delle pianure alluvionali dai propri fiumi.

Fermo restando che ripristinare le pianure alluvionali verso uno stato naturale (e mantenerle tali) si conformerebbe agli obiettivi europei previsti dalla Direttiva Quadro sulle Acque e dal Green Deal, anche facendo un mero calcolo costi-benefici non è assolutamente detto che ostinarsi a fronteggiare gli eventi calamitosi lasciando la situazione inalterata sia più conveniente ed efficace rispetto a una rinaturalizzazione su presupposti ecosistemici, la cui efficacia nella lotta all’inquinamento e nella valorizzazione della biodiversità è oltretutto comprovata.

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