Ott 29, 2021 | News CIRF

I fiumi europei saranno ancora insalubri nel 2027 – Il report

Il 26 ottobre è stato lanciata la seconda parte del report di valutazione dei piani di gestione delle acque dei distretti idrografici, pubblicata dal WWF e dalla Living Rivers Europe Coalition [1].

Nel report “The final sprint for europe’s rivers” è emerso che solo due dei 21 bacini fluviali analizzati – entrambi in Finlandia – potrebbero godere di buona salute entro il 2027, il restante 90% non riuscirà a raggiungere l’obiettivo prefissato dall’Unione Europea di riportare le acque dolci in salute entro quella data.
Tuttavia, anche i piani di gestione dei due bacini virtuosi conterrebbero lacune, in particolare per l’aspetto dei finanziamenti. La mancanza di budget nazionale assegnato alla gestione delle acque sembra accumunare la maggior parte dei bacini fluviali.

Per questa edizione, il WWF ha valutato otto nuovi progetti di piani provenienti dalla Polonia, Romania e Spagna, nessuno dei quali è stato classificato come “buono”. Sei progetti di piani di gestione hanno ricevuto un giudizio “scarso”, tra questi sono compresi: i due italiani, i due tedeschi, il piano olandese del Reno e il piano internazionale dell’Odra.

Claire Baffert, Alto funzionario per le politiche idriche presso il WWF European Policy Office, ha dichiarato: “Invece di concentrare i loro sforzi su uno sprint finale orientato a rendere sani i fiumi entro il 2027, troppi paesi dell’UE stanno trascinando i piedi. I nostri fiumi meritano una buona pianificazione, misure serie, investimenti credibili. A meno che questo non si rifletta nei loro piani finali, molti paesi dell’UE stanno correndo dritti verso una violazione del diritto comunitario”.

Le bozze dei piani di gestione dei bacini idrografici sono state considerate “scarse” per quasi la metà degli indicatori analizzati, tra cui l’inquinamento, l’eccessiva estrazione di acqua, i blocchi come le dighe, la scarsa gestione delle inondazioni e della siccità, l’agricoltura, l’energia idroelettrica, l’estrazione del carbone e le mancate misure di ripristino. I paesi dell’Unione Europea dovranno affrontare le mancanze identificate nelle bozze dei piani, per cambiare il futuro delle nostre acque dolci e raggiungere l’obiettivo del 2027. Per farlo avranno tempo fino alla fine di quest’anno, prima di pubblicare i Piani di gestione dei bacini fluviali finali secondo la direttiva quadro sulle acque.

Mark Owen, consigliere per la politica delle acque dolci dell’Alleanza europea dei pescatori (European Anglers Alliance) ha dichiarato: “Centinaia di migliaia di cittadini europei si sono riuniti durante la campagna Protect Water per garantire che gli Stati membri rispettino i loro obblighi ai sensi della direttiva quadro sulle acque. Questa massiccia mobilitazione è stata un’importante opportunità per la Commissione per richiamare i governi europei a rispettare gli impegni presi. I cittadini dipendono dall’acqua dolce per la loro salute e il loro benessere, non devono essere ignorati”.

Preoccupante è inoltre che almeno nove Stati membri (Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo, Slovenia, alcuni bacini fluviali in Spagna, e il Regno Unito [2]) a settembre 2021 non abbiano ancora completamente presentato le bozze di piano.

Il report “The final sprint for Europe’s rivers: An NGO analysis of 2022-2027 draft River Basin Management Plans’ è disponibile qui (link), insieme a una sintesi (link).

Nella mappa sottostante si possono vedere i punteggi di performance dei progetti di gestione, valutati nel suddetto report.


[1] Living Rivers Europe è una coalizione di cinque organizzazioni ambientaliste e di pesca sportiva che riuniscono la rete europea del WWF, la European Anglers Alliance, European Environmental Bureau, European Rivers Network, The Nature Conservancy e Wetlands International.

[2] Poiché la direttiva è stata firmata dal governo britannico prima della divisione del Regno Unito con l’Europa, è stata recepita nel diritto britannico e quindi continua ad essere applicata.

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