Secondo il rapporto pubblicato da UNU (Università delle Nazioni Unite) la maggior parte delle dighe mondiali, sono arrivate a manifestare segni di invecchiamento, con conseguente perdita di funzionalità ed efficacia. Entro il 2050 ci si troverà a dover far fronte al problema di infrastrutture con un’età ben superiore a quella progettuale e gran parte delle persone saranno costrette a vivere con questo disagio.
Una diga di cemento ben progettata e costruita può raggiungere anche i 100 anni di vita, ma con costi onerosi di manutenzione: per questo motivo molti paesi hanno già iniziato il loro smantellamento. Questa procedura comporta numerosi anni di lavoro, sopratutto per le grandi opere, ma i benefici che ne derivano sono molteplici, non solo per l’ambiente, ma anche per creazione di nuovi posti di lavoro.
Vladimir Smakhtin, direttore di UNU-INWEH dice che “Al pericolo dell’invecchiamento naturale delle dighe si deve aggiungere il fatto che la crescente frequenza e gravità delle inondazioni e di altri eventi ambientali estremi possono accorciare ulteriormente i limiti della vita di progettazione di una diga e accelerarne il processo di invecchiamento”.
Lo smantellamento è quindi una via imprescindibile a cui dovremo andare incontro presto o tardi anche in Italia.
Vi invitiamo a proseguire la lettura sul sito Business Insider Italia e a visionare il report di UNU.