Gen 21, 2017 | Documentazione

Pubblicazione del “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque”

Segnaliamo la pubblicazione dell’edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque, elaborato su dati 2013-2014.

Il rapporto è costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea soprattutto per quanto riguarda  le regioni centro – meridionali.

Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente.

Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012): questo dato indica una maggiore efficacia delle indagini condotte. Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute.

Le acque superficiali “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione.

Nel complesso la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove, come già segnalato in passato, le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell’area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale.

C’è stata una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari scesi nel 2014 a circa 130.000 tonnellate, con un calo del 12% rispetto al 2001. Nello stesso periodo si è ridotta del 30,9% la quantità di prodotti più pericolosi (molto tossici e tossici). Indubbiamente c’è un più cauto impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, come richiesto dalle norme in materia.

In conclusione, l’analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione. Nel periodo 2003 – 2014, infatti, la percentuale di punti contaminati nelle acque superficiali è aumentata di circa il 20%, in quelle sotterranee di circa il 10%.

Maggiori informazioni sul sito istituzionale di ISPRA.

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